#eliaalunnitullini_art
About Me
Statement dell'artista
La prima sensazione che arriva da un pane di argilla incellofanato o da un blocco di marmo tagliato è la violenza subita dalla materia, sputata fuori da un incubatore tecnologico. La natura crea le più nobili forme d’arte: pure, vere, incontaminate, perfette nel concetto e nella composizione chimica molecolare. Lo scultore, l’artista si trova a dover rimediare alla prima violazione rivolta alla creazione naturale perpetrata dall’estrazione e dalla lavorazione industriale che violenta la materia in modo irrispettoso. Ha il difficile compito di dover ridare la vita, di rieducare qualcosa di assopito.
Attraverso la trasmutazione alchemica della materia in vita, la mano trasmette qualcosa di privato e personale a una energia già preesistente, indipendente. A volte essa respinge l’atto manuale e apparentemente razionale, ma in realtà profondamente inconscio.
Di frequente avverto questa repulsione al mio tentativo di trasformazione, come un secondo atto di violenza, motivazione che mi spinge a replicare il vero.
Ogni atto mancato, ogni virtuoso gesto scultoreo negato, è un inchino alla madre terra. Una forma di rispetto che dona alla natura il ruolo di creatrice primordiale ancor prima dell’artista che interpreta e usa ciò che essa ha creato.
Solo così l’artista può percorrere la sua via verso l’elevazione spirituale.
Senza subire un ulteriore stupro da parte delle emozioni che posso trasferirle attraverso la mia manipolazione, la materia è libera di manifestarsi nella propria magnificenza, uscendo dallo stampo viva. Nasce vita dal vero!
“Io vivo di ciò che gli altri ignorano di me.” (cit. Peter Handke).

STATEMENT
The first sensation which comes up from a block of clay wrapped in cellophane or from a cut marble slab is the violence the matter has to suffer, spat up from a technological incubator. Nature creates the noblest forms of art: pure, true, uncontaminated, perfect as regards the concept and the chemical and molecular composition. The sculptor, the artist tries to find a remedy against the first violation perpetrated on the natural creation, that is the extraction and the industrial processes which rapes the matter in a disrespectful way. He or She has the difficult task of giving a new life, of re-educating something numb. Through the alchemical transmutation of the living matter, the artist’s hands transmit something private and personal to a pre-existing and independent energy. Sometimes it rejects the manual act which is apparently rational, but in reality deeply unconscious. Frequently I feel this repulsion to my attempt of transformation, as a second act of violence, reason that pushes me to replicate the reality. Every missed act, every virtuous modelling gesture denied is a bow in honour of Mother Earth. A form of respect which gives back to nature the role of primordial creator well before the artist who interprets and uses all she has already created. Only in this way the artist can follow a path towards the spiritual elevation. Without suffering other rapes motivated by the emotions I can transfer through my manipulation, the matter is free to manifest its own magnificence, getting out the mould alive. Life was born from reality. “I live what others ignore about me”. (quote from Peter Hanke).
DÉCLARATION
La première sensation qui émane d’un bloc d’argile enveloppé de cellophane ou d’une plaque de marbre découpée est la violence que doit subir la matière, crachée d’un incubateur technologique. La nature a crée les formes d’art les plus nobles: pures, vraies, pas contaminées, parfaites en ce qui concerne le concept et la composition chimique et moléculaire. Le sculpteur, l’artiste essaye de trouver un remède contre la première violation perpétrée sur la création naturelle, c’est-à-dire l’extraction et les procédés industriels qui violent la matière de façon irrespectueuse. Il ou Elle a la tâche difficile de donner une nouvelle vie, de rééduquer quelque chose d’engourdi. Par la transmutation alchimique de la matière vivante, les mains de l’artiste transmettent quelque chose d’intime et de personnel à une énergie préexistante et indépendante. Parfois elle rejette l’acte manuel apparemment rationnel, mais en réalité profondément inconscient. Fréquemment je ressens cette répulsion à ma tentative de transformation, comme un second acte de violence, raison qui me pousse à reproduire la réalité. Chaque acte manqué, chaque geste de modélisation vertueuse refusée est une révérence en l’honneur de la Terre Mère. Une forme de respect qui redonne à la nature le rôle de créatrice primordial bien avant l’artiste qui interprète et utilise tout ce qu’elle a déjà créé. Ce n’est qu’ainsi que l’artiste peut suivre un chemin vers l’élévation spirituelle. Sans subir d’autres viols motivés par les émotions que je peux transmettre à travers ma manipulation, la matière est libre de manifester sa propre magnificence, en sortant du moule vivant. La vie est née de la réalité. «Je vis ce que les autres ignorent de moi». (citation de Peter Hanke).
CRITICA
L’opera di Elia Alunni Tullini indaga l’essenza primordiale della materia, parallelamente prestando attenzione all’ineluttabilità del dato umano.
Artista del figurare, le sue forme prendono origine da una notevole capacità tecnica maturata in anni di lavoro accanto a nomi affermati, ma anche da una naturale predisposizione per la pratica scultorea. Terracotta e cemento sono i materiali con cui esprime al meglio la propria sensibilità, contesa tra l’attrazione fatale per il corpo umano e l’indagine introspettiva degli elementi. La materia diventa il banco di prova in cui destreggiarsi spaziando dall’ambito figurativo quello astratto-informale, fino a sperimentazioni concettuali che indicano come il percorso del giovane sia aperto a molteplici soluzioni e indirizzato verso linguaggi tipicamente contemporanei.
Andrea Baffoni
