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siamo solo prodotti
“Siamo solo prodotti” è la riproduzione in scala ridotta di “Involucro”, opera selezionata alla Biennale di Londra 2021, ottenuta per mezzo di scansione e stampa 3D digitale. Rappresenta l’individuo quale specchio della società in cui vive: la decadenza della cultura, delle istituzioni e dei valori, ha reso l’uomo simile a un prodotto lavorato in serie, con un codice a barre impresso sulla pelle. Tale marchio, che gli impedisce di manifestare la propria individualità, è rappresentato dai segni di giuntura lasciati in evidenza, i quali rimandano alla lavorazione industriale. L’uso di colorazioni accattivanti imbelletta la materia in totale disfacimento.
L’autore non sfrutta il virtuosismo del modellato e della manipolazione per ricreare l’anatomia del corpo, ma la ottiene con l’utilizzo della tecnologia considerandola un’opportunità per sviluppare la propria ricerca.

INVOLUCRO
Involucro rappresenta l’individuo quale specchio della società in cui vive. Il punto di vista profondamente nichilista per la progressiva e inarrestabile decadenza della cultura, delle istituzioni e dei valori, segna ognuna delle crepe e delle fratture di cui l’opera si compone.
L’atteggiamento del soggetto riprodotto è remissivo, statico, succube; si sgretola sotto il peso del mondo che si porta addosso, ma resiste, non si piega, resta in piedi.
IDENTITà SOLUBILI
Una società senza dignità, autenticità e memoria non può che essere composta da un insieme di individui dalle identità solubili. Dove la condizione di nobiltà morale dell’uomo e il rispetto che gli è dovuto vengono meno, anche l’autenticità del proprio essere viene scalfita da un modo di vivere il quotidiano superficiale e impersonale. Si sgretolano gli ideali, si frantumano i pilastri che sorreggono la società occidentale e il mondo attorno appare solubile.


SIAMO SOLO MULTIPLI
Fare multipli non è più l’atto pratico artigiano del replicare l’opera d’arte in serie numerata al fine commerciale, ma è già in sé l’opera. Il multiplo diventa installazione, simbolo della realtà sociale nella quale l’uomo cerca di sopravvivere, soffocato nell’incubatore della tecnica. La prestazione e la produzione sono il fine ultimo della sua esistenza. Tuttavia non è sopraffatto, egli resiste. Sopravvive nonostante chi detiene il potere economico tenti in tutti i modi di disumanizzarlo, di sottrargli la dignità e la sua autenticità.

WHITE SHELL
Sebbene la finitura superficiale nelle parti non scalfite da crepe conferisca all’opera un aspetto estremamente delicato, essa va in contrasto con la materia grezza al suo interno. Il progressivo disfacimento vede quest’ultima versione di “Involucro” alla stregua di un guscio privato violentemente del proprio contenuto. La corazza esterna ha assolto al proprio compito e la vita contenuta al suo interno ha mutato forma e sostanza lasciandosi dietro l’orma del proprio passato.
DISUMANO
Abbiamo creato macchine perfette capaci di produrre più velocemente ed efficientemente di un uomo. Mettiamo uomini a competere con esse e uomini a competere con altri uomini. Ora ci sentiamo inadeguati. Abbiamo percorso la strada giusta?
L’individuo per essere ben considerato deve svestire i panni dell’essere umano, rendersi perfetto e all’altezza della situazione nonostante le sue fragilità e mostrarsi sempre invincibile a dispetto dei propri limiti.


DIVINITà SOLUBILI
Titolo: Divinità solubili
Anno: 2019
Tipologia: scultura
Tecnica:
Materiale: Ceramica
Dimensioni BxHxL: 55x60x15 cm
Con il mutare della società, gli dei cambiano. L’uomo è da sempre solito farci affidamento per comprendere il mondo che lo circonda e, molto spesso, per entrare in empatia con se stesso. Se dapprima al divino sono stati conferiti connotati antropomorfi per avvicinarlo alla sfera umana, oggi questa necessità è cambiata.
Votato alla tecnica imperante, l’uomo rinuncia ai vecchi dei, frantumandoli e sgretolandoli fino a farli tornare polvere, che con il passare del tempo si deposita sullo spirito, appesantito e incapace di elevarsi.
IL MURO DEL PIANTO
Titolo: Il muro del pianto
Anno: 2019
Tipologia: scultura
Tecnica: Formatura in gomma
Materiale: Cemento armato e ceramica
Dimensioni BxHxL: 45x60x15 cm
L’opera vuole portare all’attenzione dell’interlocutore i tanti muri fisici e mentali che opprimono da sempre l’umanità, senza aspettarsi che essi cadano.


LITHOPEDION
Eccolo dunque il nuovo figlio, non più frutto della madre né cresciuto sotto l’alveo delle dissolte religioni e ideologie, bensì prodotto del pervasivo processo tecno-capitalista e del dogma individual-edonistico. Un figlio universalizzato e quindi omologato epperò allo stesso tempo vittima di un processo di atomizzazione e stritolato da una realtà che gli sfugge dalle mani.